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#13 del 20-03-2001

TXT: Sergio Monti  

skateboardingLo skateboarding è un viaggio, non una destinazione. E quasi nessuno se ne rende conto. Non importa che tricks sai fare, se vinci i contest o se alla fine trovi uno sponsor che ti da le tavole gratis e vedi le tue foto sulle pagine di un giornale. Quello che conta veramente sono le amicizie che rimangono negli anni, le esperienze fatte e condivise, quanto ti diverti ogni volta che metti i piedi sulla tavola, le lezioni di vita che si imparano per strada, le strette di mano sul terrazzino di una rampa, o anche scappare da una banda di tamarri insieme ai tuoi amici. Prima lo capisci, prima impari ad apprezzare il che hai ricevuto, lo skateboarding, per innamorartene per sempre.

Quando si è giovani e si inizia a skateare tutti sono così sicuri che non smetteranno mai di skateare che sono pronti a giurarlo su una bibbia. Ma tutti prima o poi smettono di skateare, forse a un certo punto il fisico non regge piu’. Quello che mi risulta incomprensibile è la gente che smette di skateare quando potrebbero passare ancora otto ore al giorno sulla tavola: chi smette per la fidanzata, chi smette per la discoteca, chi smette perché si sente troppo grande per skateare ancora…. come se fosse una cosa de marmocchi….

Anch’io quando ho iniziato a skateare ero sicuro che non avrei mai smesso. Sono passati piu’ di 10 anni, vado ancora. Ma non potevo sapere certe cose all’inizio del viaggio. Non potevo sapere che lo skateboarding è fatto anche di dolore, e non solo di tanto divertimento. Ci sono parti del mio corpo che non torneranno più come prima. Le ginocchia, le caviglie, le anche. I polsi mi fanno così male che quando avvito qualcosa con un cacciavite la gente che mi sta di fianco si impressiona. Ma non è questo il dolore più grande che mi ha dato lo skateboarding. La solitudine. Sembra incredibile, uno pensa allo skateboarding come qualcosa da fare con i propri amici, grazie allo skate troverai amici dovunque vai nel mondo. Anche questo è vero. L’amore per la tavola mi ha portato a cercare sempre di cavarmela economicamente senza lavorare otto ore al giorno, in modo da avere sempre tempo di skateare. Invece di pensare alla carriera …ma non ci vuole molto tempo a realizzare che il piano non va come previsto. Ma, mano che i giorni passano gli amici smettono di passare le giornate su uno skate insieme a te. Chi inizia a lavorare, chi è presissimo con lo studio o gli esami all’università, chi passa il pomeriggio a limonare con la ragazza. Presto ti trovi solo, con tutta la giornata a tua disposizione e uno skate sotto i piedi, ma senza amici. In giro, se sei fortunato, trovi solo skaters più giovani di te, quelli che ancora hanno le giornate libere da impegni e costrizioni. Gente che spesso non conosci e non hai nessuna intenzione di conoscere.

Nel frattempo la gente “normale”, la tua famiglia, la gente che ti sta attorno, giudica sempre meno accettabile che una persona della tua età passi i pomeriggi su una tavola a rotelle. L’alienazione e la rabbia crescono ogni giorno. O skatei sempre di più, o smetti, rinunciando a una parte di te stesso. Viviamo in una società dove le strade da seguire per un “corretto inserimento sociale” sono molto ben delineate e fortemente consigliate. A volte sei forzato a seguirle. Se decidi di non seguirle e vivere a modo tuo, sicuramente ti complichi la vita, ma almeno potrai sentirti orgoglioso di te stesso ogni mattina quando ti guardi allo specchio. E non è poco.

Dopo tutti questi anni credo che ne valga la pena. Vale la pena sentirsi a pezzi il giorno dopo una skateata massiccia, vale la pena sentirsi stanchi, sporchi, soli e felici, nel cuore della notte davanti al muretto vicino a casa tua, vale la pena litigare con i propri genitori per il diritto a skateare,vale la pena avere le ginocchia a pezzi, vale la pena essere considerati dei ritardati dalla gente che passa la vita alla ricerca di qualcosa che è molto piu’ effimero della felicità che ti lascia dentro un trick chiuso per la prima volta. Ne vale sempre la pena, e se avete dubbi guardatevi intorno e chiedetevi dove sareste adesso se non aveste iniziate a skateare. Guardate i vostri amici che hanno smesso di skateare, o quelli che non hanno mai incominciato…non vi sembrano delle vite vuote?

Lo skateboarding è un dono che ci fa sentire vivi e liberi, gli skaters possono fare delle cose e provare delle sensazioni che la gente che non ha mai messo piede su una tavola non puo’ neppure immaginare. Provate a rifletterci la prossima volta che vi viene in mente di smettere di skateare, e ricordatevi di non abbassare mai la guardia...buona fortuna.

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