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#34 del 16-12-2005

TXT: Giorgio -Fritz- Cont   PICS: SkateOrSuck Archives   La Vera Storia di Skate Or Suck!

Skatea Duro Senza pauro!!! La vera storia di Skate or Suck!
Ho iniziato a skateare nel 1977. Cazzo, erano un sacco di anni fa. A pensarci adesso, proprio tanti. Credo che, come tutti quelli che hanno iniziato in quell’epoca, il punto di partenza sia stato il filmato di una trasmissione che si chiamava “Odeon” dove si vedeva una banda di pazzi scatenati che shreddavano un ditch e uno di loro si pigliava una capocciata incredibile cercando di entrare in una specie di minitunnel. Il richiamo masochistico è stato irresistibile.

sos_01Ma dove diavolo si poteva trovare uno skateboard? Qui, in Italia? A Vercelli, poi??? Bisognava costruirselo. Era molto semplice: un’asse di legno marcio, ruote (di legno o plastica dura) e trucks smontati e rubati dai pattini di qualche cuginetta distratta. Andarci era molto meno semplice, ti spiaccicavi come un cane rognoso, ma niente era stato mai così divertente. Non potevi più smettere, diventavi subito skate-tossico e ti vantavi con le betties (che tanto non te la davano) di tutte quelle croste e cicatrici. Poi sono arrivati i primi skate rudimentali che parenti ed amici ti portavano dall’Inghilterra o se c’avevi più culo dagli States, era già un’altra cosa.

In tutta Italia cominciavano a nascere i primi focolai di pazzi maniaci, il più delle volte randagi che skateavano da soli o in piccoli branchi selvaggi, ma che, per delle strane ragioni del destino, finivano per incontrarsi e conoscersi nei posti e nei modi più assurdi e impensati. Stava nascendo “la Scena Skate italiana”.

Addirittura stavano nascendo le prime rampe. C’erano skater a Biella e dintorni ( e lì, per quanto ne so, c’è stato anche il primo half-pipe, precisamente in quel posto sperduto di Cossato), c’era parecchia gente a Genova (rampa inclusa, gestita dai Contati Brothers, da Ragno & compagnia bella), a Torino scorazzavano i Nelzi Brothers, Saverio “Woptime”, Tosco e compagni (amati e odiati e considerati super teppa alla DogTown perché erano veramente rozzi e grezzi per quei tempi), c’era un sacco di movimento a Verona (Cecco Ugolini è stato uno dei primi grandi all-round skater, un amico ed un’ispirazione) e Monza/Milano (Bonasson – un evergreen per tutte le stagioni, Paulicelli, il Panettiere Volante, ecc.). E qualcosa si stava muovendo anche a Roma (Jekill, Yogi e suo fratello Max. Max?). Ad Entracque, vicino a Cuneo c’erano dei famigerati Tubes cementoidi e a Rho c’era un lungo Ditch tipo Hawaii (vabbè, quasi). Per quanto riguarda il sud e le isole non mi risulta che ci fosse più di tanto, ma sicuramente per ignoranza e lontananza mia, perché qualcosa doveva pur esserci. A Vercelli c’ero io, perso con me stesso tra lo skate, la birra e il rumore.

sos-05sLa colonna sonora di quei tempi erano Ted Nugent e i Kiss prima, poi i Ramones, i Pistols, i Clash e a seguire, Black Flag, Circe Jerks, X e tutti i gruppi hardcore-punk italiani dell’epoca, per citarne solo alcuni: Crash Box, Indigesti, CCM e Negazione. Lo skateboard è sempre andato di pari passo (o di pari ruota) con il punk e tutto questo continua ancora adesso. Gli unici spazi che ci davano ospitalità erano gli squat e i centri sociali: il primo Virus, i vari Leoncavallo a Milano, il Victor Charlie a Pisa, ecc.

In Italia chiaramente non esistevano riviste patinate né tanto meno video o internet, quindi se volevi vederti qualcosa, l’unica soluzione era sbatterti per recuperare in qualche edicola internazionale una copia di “Skateboarder” o del più raro “Skateboarding World”. Se riuscivi a trovarla ti masturbavi selvaggiamente sognando California, tutte quelle tavole, quelle fighe e quei posti incredibili. Probabilmente proprio da queste carenze di informazioni e ancor di più dalla voglia di tenersi in contatto tra i pochi disperati che eravamo allora, nascono le fanzine o come le chiamavamo noi: LE FANZE.

Per quel che mi ricordo, l’esempio dal quale tutto è partito è stata la mitica “T.V.O.R – Teste Vuote, Ossa Rotte” dell’insuperabile Stiv “Rottame” Valli. Era una fanza punk/hardcore, ma aperta anche allo skate. Era bellissima, grande, spessa, stampata in un bel bianco nero opaco e supercontrastato, con migliaia di foto, interviste, fotoromanzi, stronzate e chi più ne ha più ne metta. E poi, era divertentissima. La prima fanza di puro skate è stata invece l’indimenticabile strepitosa “Vaffanskate!”, fotocopiata, sfornata, confezionata e distribuita dal genovese Marco Contati. Il formato era un mezzo A4, rigorosamente in bianco e nero e piena di foto, vignette e puttanate. Non mi ricordo se costasse qualcosa, forse solo un contributo per le spese di spedizione. E a Genova c’era anche (vita breve, purtroppo) “La Purga” del mitico “Ragno”, ovvero Enrico Zilli, uno degli skater più creativi e artistoidi che io abbia mai conosciuto, diciamo che era una specie di Mark Gonzales che ha anticipato di anni luce lo street skating, la skate-art, il post-punk e un sacco di altre cose.

sos-03sSu questa scia ho deciso di dar vita a "Skate or Suck" Era il 1984. “SxORSx!” era un progetto a dir poco bizzarro, una pocket-fanza: era un A4, fotocopiato fronte e retro e ripiegato su se stesso in modo diventare più o meno del formato di un “Millelire”. Era dedicata completamente allo skate e alla demenza più estrema, il sottotitolo infatti era “Ultra-Dement-skate-zine”. Era assolutamente gratis, anche le spese di spedizioni (everywhere!), tutto questo grazie alla complicità della mia splendida SkateMum e del posto dove lavorava che ci forniva gentilmente (beh, quasi!) fotocopie, carta, francobolli, ecc.. “SxOrSx!” all’inizio era quasi tutta solo disegnata, zeppa di vignette stupide, ma stupide forti, fortissime.

E proprio così ha rapidamente conquistato un pubblico di skater ultradementi. La voglia di divertirsi, stare insieme e far casino, ai tempi, contava più di tutto. A nessuno gliene fotteva un cazzo di sponsor o stronzate del genere a parte gli imbecilli avvoltoi che facevano parte della F.I.H.P. (Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio a Rotelle) che del vero spirito dello skate non aveva capito una mazza, si fottevano i soldi del CONI destinati allo skate e volevano tenere lo “sport” pulito a base di slalom e salto in alto (il freestyle – progenitore del moderno streetstyle, era visto come trasgressivo e quindi osteggiato, per non parlare del downhill – too dangerous – e tantomeno del temutissimo vertical!)



Difatti “SxOrSx!” lottava apertamente, con le armi dell’ironia e della demenza contro tutti questi loschi stupidissimi farabutti. E chi c’era se lo ricorda. Intanto nascevano altre fanze come le ottime “Negative Skaters” e “ Skate Riot” di Roma. A poco a poco “SxOrSx!” cresceva fino a diventare un mezzo A4 e, grazie ad una fitta rete di collaboratori da tutto il mondo (via posta cartacea naturalmente perché le e-mail erano ancora lontane anni luce) si riempiva oltre che di stupidaggini, di deliri rumorosi, di band improbabili e anche di foto fantastiche, ad esempio una delle primissime foto dei Suicidal Tendencies scattata da Glen E. Friedman in persona e mandata dalla sorella di Mike Muir. C’erano picture esclusive dei Jodie Foster Army (la prima – insieme ai Big Boys – band di puro fantastico Skate Rock!), di Tony Alva e di un giovanissimo super flying Christian Hosoi.

E “SxorSx!” è stata sempre, fino alla fine, assolutamente GRATIS. E naturalmente 100% skateboarding e sempre, claro che sì, ULTRADEMENTE! L’urlo di battaglia è uno solo: “Skatea duro senza pauro!!!”

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